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Antonio Guccione

Antonio Guccione

Il fotografo parla del suo ultimo libro e dei suoi nuovi progetti
Ha realizzato le immagini di importanti campagne pubblicitarie e di comunicazione quali Prada, Gucci, Officine Panerai e Yves Saint Laurent. Autore di numerose pubblicazioni tra cui ‘Absolute Statehood’, ‘Faces of New York’, ‘Fashion and faces’, è tra i più incisivi fotografi del mondo che hanno interpretato le tendenze del costume e della società con un linguaggio internazionale. Collaboratore di riviste importanti ha anche lavorato nel cinema, mentre le sue opere sono esposte nei più grandi musei e gallerie d’arte del mondo. Ha inoltre ritratto numerose celebrità, tra cui Richard Gere, Dustin Hoffman, Kate Moss, Tyra Banks, Giorgio Armani, Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Roberto Bolle.

Parliamo del fotografo Antonio Guccione che ha presentato da poco in Norvegia il suo ultimo libro “Dressing Up Milano, Un vestito per Milano” edito da Skira, un viaggio fotografico nella città tra moda, arte e cultura.

Il volume racconta la città simbolo delle tendenze di ogni tempo, per celebrarla con una fusione spettacolare tra cultura moda e società attraverso una galleria di ritratti di firme della moda e abiti immortalati in alcuni degli angoli più significativi della capitale mondiale del fashion. Un progetto unico nel suo genere, il cui ricavato sarà in parte devoluto alla Fondazione Umberto Veronesi Per il Progresso delle Scienze.

Antonio Guccione ha raccontato a Luxgallery del progetto e la sua visione della fotografia.

Qual è il rapporto tra arte e fotografia?
La fotografia è arte, è l’ultimo impianto moderno di una generazione multimediale. Oggi alla fotografia possiamo accedere tutti. Per fare una foto artistica ci vuole, però, una conoscenza culturale che non è il semplice scatto. Si tende a sminuire la fotografia rispetto alla pittura. Il pittore si esprime con la sua manualità. Il fotografo non si esprime nel clic, come molti pensano. Questo è solo l’elemento finale di un’azione. Dietro c’è l’individuo.

Come ha deciso le location per Dressing Up Milano?
I luoghi sono stati scelti tra passato e moderno: non volevo dare l’idea di una Milano polverosa ma di una città industriale e moderna. Sono stati scelti tra i luoghi storici, ad esempio la Torre Branca o Piazza Cadorna. Per chi non conosce la città, Milano risulta una città bella e piacevole.

Come si fa ispirare per interpretare i personaggi che fotografa? Si documenta prima o ha un approccio più empatico?
I personaggi si collocano in uno spazio ben definito. Il soggetto non deve subire l’irruenza della macchina. Poi lavoro sull’emotività. Tutti hanno qualcosa di bello: voglio cogliere nei ritratti l’elemento estetico  che rende nobile il soggetto.

Con quale personaggio si è trovato più in sintonia?
Abbastanza in sintonia con tutti. Degli stilisti parecchi. Tutto è legato alla generosità del personaggio. Federico Fellini è stato l’incontro più straordinario della mia vita: un genio mondiale si è comportato davanti al mio obbiettivo come un bambino, senza porre condizioni. Ho amato fotografare Donatella Versace: è stato come scoprire un’icona del nostro tempo.

C’è qualcuno che ha preteso l’uso di Photoshop?
Sì qualcuno lo ha richiesto.

Quali sono i suoi modelli?
Non ho un modello che mi ispira oggi. Quando ho iniziato a Parigi per Harper’s Bazaar ho subito il condizionamento di Guy Bourdin ma sono riuscito a uscirne. Ho grande stima dei grandi della storia, come Rchard Avedon, Irving Penn, Joel Peter Witkin anche se sono mondi diversi.

Cosa ama fare nel tempo libero?
L’artista non ha tempo libero. Fare il fotografo è un continuo osservare. Gli unici momenti di tempo libero li dedico alla lettura.

I progetti futuri?
Sono tornato dalla Norvegia, dove al Festival Internazionale di Fotografia Nordic Light, evento unico al mondo, ho presentato il libro italiano con un enorme successo. La fotografia non è un settore commerciale: siamo molto attenti alla cultura. Il mondo è ribaltato e per andare avanti e continuare a credere nelle cose in cui crediamo ci resta la bellezza. ‘La bellezza salverà il mondo’ diceva Dostoevskij. È questo il messaggio che porterò al Toscana Foto Festival. Senza passione, rispetto, amore ci avviciniamo sempre di più all’Inferno di Dante. L’uomo deve vivere un atteggiamento più spirituale. Sto lavorando a D Commedy, in cui rivisito il Quattrocento, Cinquecento e Seicento attraverso il corpo della donna. Uscirà circa tra un anno e comprenderà un volume e una mostra.

Qual è la sua idea del lusso?
Il lusso è la libertà di sentirsi felici attraverso un oggetto che crea il tuo individualismo. Sta poi nel buon gusto delle scelte. È anche avete tempo libero.

Titolo: Dressign Up Milano – Un vestito per Milano
Editore: Skira Editore
Fotografo: Antonio Guccione
Immagini: 28 stilisti, 28 abiti, 28 luoghi e monumenti di Milano
Testi: 28 biografie di stilisti e aziende di moda di Renata Molho, 28 contributi storico-artistici di Nina Koklar dell’agenzia Nina Koklar – Image & Communication.

Caterina Varpi