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Taste, in mostra la tradizione

Taste, in mostra la tradizione

Il primo giorno trionfa l’eccellenza italiana

Apertura di successo per la quinta edizione di Taste. Tutto esaurito per le degustazioni che hanno dimostrato come la produzione italiana di prodotti di enogastronomia rimanga sempre l’eccellenza mondiale. Valido esempio la produzione de l’Acetaia Giusti. Nata nel 1605, è oggi guidata oggi dalla 17esima generazione dei discendenti del fondatore, che è comunque rimasto per tutti “lo zio Giuseppe”. “La nostra vita – dice Claudio Stefanisi intreccia con i momenti più importanti degli ultimi 400 anni di storia mondiale. Il nostro aceto era presente all’esposizione che si tenne nel 1861 a Firenze per celebrare l’unità d’Italia. Il nostro ‘aceto di 90 anni’ venne premiato nel 1900 a Parigi durante l’Exposition Universelle de Paris“. Tornando al prezioso nettare, bisogna dire che viene ancora messo a riposare in botti antichissime (le più “nuove” sono del 1800), dalle quali ruba gli aromi dei legni che si sentono al palato e, soprattutto, all’olfatto. Da segnalare il Banda Rossa, inventato sempre dall’onnipresente zio Giuseppe. “Lo zio – continua Serafini – apponeva, ogni stagione, una banda rossa su una botte di aceto che destinava all’uso personale e non doveva essere venduta. Oggi, noi facciamo la stessa cosa selezionando, dalle stesse botti del 1600, il balsamico che viene imbottigliato con la Banda Rossa“.

Chi punta sulla tradizione e chi, dalla tradizione, si lancia in nuove avventure. Come accade per il Borgo del Balsamico. Che presenta a Taste i frutti di un co-branding che vede unite le eccellenze abruzzesi con quelle emiliane. “I prodotti UB, Ursini + Il Borgo del Balsamico – dice Cristina Crotti, patron, con la sorella Silvia, de Il Borgo Del Balsamico – sono un vero co-branding che porta avanti un messaggio di eccellenza e unisce due prodotti di grande tradizione italiana, l’olio extravergine di oliva di Abruzzo e l’aceto Balsamico di Reggio Emilia“. UB ha scelto, come protagonisti, ingredienti classici, abbinati in modo innovativo e che ispirano accostamenti curiosi. Nasce così una linea di prodotti della terra, con vegetali e frutti, accanto a speciali pestati; prodotti del mare come il baccalà, per esprimere le produzioni di Abruzzo e dell’Emilia come anche l’immancabile Parmigiano Reggiano. Il tutto immerso in olio extravergine di oliva abruzzese di Ursini e in aceto balsamico di grande qualità.

Tornando alla tradizione, non si può non menzionare le Delizie Pantesche di Bonomo & Figlio, una linea di prodotti alimentari legati alla tradizione mediterranea tra cui il paté, la salsa e il pesto di capperi di Pantelleria igp, le olive verdi intere, il Passito, lo Zibibbo naturale e il Moscato di Pantelleria doc. Sempre in Sicilia, l’azienda agricola Agrirape è impegnata nella difesa e nella coltivazione di varietà autoctone come la pesca settembrina, la fava larga e, soprattutto, la lenticchia nera delle Colline Ennesi. Impiegando una tecnica antica, i frutti, ancora acerbi, vengono avvolti uno a uno in un piccolo sacchetto, per proteggerli da insetti, vento e grandine. Il Salumificio Bustese, a Busto Arsizio (in provincia di Varese), continua a proporre oggi antiche ricette e produzioni tradizionali come la lonza al profumo di legna di faggio francese, la muletta stagionata al mosto di uve autoctone, la coppa legata a mano in cartapaglia, la crema di lardo in concia di semi di papavero e fiori di macis.

Momento culturale della prima giornata della manifestazione fiorentina è il Taste Ring, condotto da Davide Paolini sul tema: L’origine è ciò che segna l’imprinting dei prodotti gastronomici? Sul ring Riccardo Ricci Curbastro (presidente Federdoc), il quale sostiene che oltre all’origine, ci sono altri fattori dei quali occorre tenere conto, come la qualità e il prezzo. Daniele Rossi (direttore generale Federalimentari) punta l’attenzione sull’aspetto dell’invidiabile sicurezza dei prodotti italiani rispetto agli altri Paesi. Sergio Marini (presidente Coldiretti) rivendica l’importanza dell’indicazione dell’origine nel prodotto. Tra gli intervenuti, il direttore della rivista spagnola Origen, il signor Chiarini, e Carlo Alberto Relli di Le Piantagioni del Caffè, il quale ha ribadito che non si può prescindere da una filosofia aziendale, nella scelta sul dover indicare o meno l’origine sui prodotti.

Alessandra Iannello