x

x

Vai al contenuto
Messaggio pubblicitario

5 – Come servire un vino spumante

5 – Come servire un vino spumante

Le regole per esaltare il gusto
Dopo aver scoperto come nascono i grandi vini spumanti e dopo aver scelto il giusto colore, il giusto “tenore zucherino”, non ci resta che prendere la nostra bottiglia e portarla a tavola. Semplice. Non del tutto. Ci sono alcune importanti regole da osservare se non si vuole vanificare il paziente lavoro svolto in cantina.

Innanzitutto, la temperatura di servizio. A quanti gradi si serve un vino spumante? Tra gli 8 ed i 10°. Se bevuto troppo freddo, perdiamo il prezioso bouquet aromatico. Se bevuto più caldo, si evidenzia troppo la componente zuccherina, che può diventare “invadente”. Piccole eccezioni possono riguardare gli spumanti ed gli Champagne millesimati, che possono essere serviti anche a 12° per esaltare maggiormente i preziosi profumi ed aromi.

Ma come si raffredda una bottiglia di vino spumante? Evitare, e sottolineo, evitare, il “vecchio e rapido metodo” di mettere la bottiglia nel congelatore: non solo roviniamo il vino, ma rischiamo di rovinare anche il nostro prezioso frigorifero. Meglio prepararsi per tempo e porre la bottiglia in frigorifero almeno due ore prima di andare a tavola. Per chi ha fretta, meglio il classico e romantico cestello del ghiaccio. L’importante è ricordarsi di aggiungere al ghiaccio anche dell’acqua.  Una manciata di sale grosso accelererà i tempi di raffreddamento

Pronti per stappare? Non ancora.

Ci manca un dettaglio non proprio secondario: il bicchiere. Coppa, flute o tulipano? La coppa è il bicchiere storico, utilizzato nei primi anni del 1900, durante la “belle epoque”, quando gli champagne erano decisamente più dolci. La coppa è infatti consigliata per i vini spumanti più dolci, dal demi-sec al dolce. Con il passare del tempo, i vini spumanti sono diventati progressivamente più secchi, anche per andare incontro ai gusti dei consumatori americani. Si è passati quindi alla flute, bicchiere più affusolato che permette di apprezzare la lenta ascensione delle bollicine e, quindi, di valutare il perlage. Ma la flute ha il difetto di essere scomodo, costringendo ad  ineleganti reclinamenti  all’indietro del capo. Inoltre è troppo stretto per apprezzare aromi e profumi. Si è arrivati quindi al tulipano, diventato bicchiere ufficiale di quasi tutti i più importanti Consorzi e produttori. Il nome deriva dalla sua forma, meno verticale e con un imboccatura più ampia.

Bene. Tutto è pronto. Non ci resta che stappare. Botto o non botto?  Meglio la pittoresca apertura con annesso effetto sonoro,  oppure la più elegante, e raccomandata da tutti i corsi per sommelier, stappatura “silenziosa”. Personalmente preferisco la seconda.

Si toglie la gabbietta, si impugna con decisione il tappo e, con leggeri movimenti rotatori lo si “svita” fino a quando la pressione non inizia a spingerlo verso l’alto. Basta trattenerlo ed accompagnarlo, per ottenere un simpatico ed elegante sbuffo. Un piccolo gesto, obbligatorio al ristorante e durante cene importanti, che non mancherà di attirare su di voi complimenti ed apprezzamenti.

Se proprio volete optare per il “botto”, attenzione a lampadari, cristallerie e agli occhi degli altri commensali.

In presenza di bottiglie “invecchiate”, è possibile che il tappo non scivoli con facilità. Per evitare ineleganti contorsionismi, si può acquistare l’apposita “pinza”. Interessante anche come oggetto regalo.

Una volta stappata la bottiglia, cosa farne del tappo e della gabbietta? Durante cene eleganti ed in presenza di bottiglie importanti, si pone il tappo su un piattino. In alcuni casi, potete farne omaggio all’ospite appassionato di vino, a ricordo della serata. Mai, assolutamente mai, gettarli all’interno del cestello del ghiaccio. Fa tanto “night club di quart’ordine”.

Arriviamo così al momento di servire. Come versare il vino spumante. La bottiglia si impugna, con una sola mano, non per il collo, ma prendendola per il fondo, come se si volesse svitarla. Bilanciando il peso della bottiglia, la si porta verso il bicchiere, senza appoggiarla sul bordo. Si versa una prima piccola dose, lasciando lo spazio necessario alla spuma di sprigionarsi senza debordare sulla tovaglia. Quando la spuma si “riassorbe”, riempire il bicchiere, per 3/4, a piccole dosi. Rimettere la bottiglia nel cestello per conservare la giusta temperatura, durante l’intera cena.

Il vino è nel bicchiere. Come si impugna il bicchiere? Vale la regola generale che il bicchiere si prende dalla parte bassa dello “stelo”, quella più vicina alla base. Per due motivi: per un fattore estetico e di  eleganza, e, soprattutto, per tenere il più lontano possibile dal vino la propria mano, la quale, con il proprio calore, può scaldare il vino stesso.

Infine un ultimo dettaglio. Una volta finita la bottiglia, non lasciarla capovolta all’interno del cestello del ghiaccio. Anche in questo caso: fa molto “night club di quarto ordine”.

Danilo della Mura

Guarda tutto lo speciale dedicato alle bollicine