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1 – I vini della Costa Toscana

1 – I vini della Costa Toscana

Accanto ai Supertuscan, vitigni da scoprire
La Toscana che non ti aspetti, inusuale e sorprendente: la Toscana della Costa.

Conosciuta ed apprezzata per le spiagge, per i litorali o per la località balneari, ma poco conosciuta sotto il profilo enologico. Abituati a pensare ai vini Toscani solo come ai grandi rossi dell’entroterra, spesso si dimentica (in molti lo ignorano del tutto) che è proprio sulla costa che sono nati vini importanti come i famosi Supertuscan. Vini apprezzati, ricercati, a volte invidiati, da tutto il mondo.

Chi non conosce o, almeno, non ha sentito parlare del Sassicaia? Vino nato in provincia di Livorno, a pochi passi dal mare, nel comune di Bolgheri, famoso fino a qualche anno fa solo per i suoi cipressi decantati da Carducci. Oggi invece, Bolgheri è sinonimo anche di un’importante Doc, che ha fatto da apripista a molte altre denominazioni “minori”. Alcune delle quali, con una lunga storia alle spalle, ma che hanno, per molto tempo, sofferto di un certo “complesso d’inferiorità” rispetto ai cugini Brunello e Chianti Classico. Una vecchia soggezione che, in un ormai lontano passato, ha spinto i produttori a puntare più sulla quantità che sulla quantità.

Oggi le cose sono molto cambiate. Oggi, grazie alle nuove generazioni, le aziende della costa toscana hanno acquisito maggiore consapevolezza delle grandi potenzialità del proprio territorio. Un territorio capace di ospitare, al meglio, sia i vitigni autoctoni che quelli internazionali, che si trasformano in splendidi bland. Nei vini rossi, l’immancabile Sangiovese, il Merlot ed i Cabernet, da soli o assemblati. Ma anche il Syrah. Nei vini bianchi, il Trebbiano di Toscana, la sorprendente Ansonica, lo Chardonnay ed il Sauvignon.

Un territorio variegato, quello della Costa Toscana, ma che ha acquisito una propria identità grazie anche all’Associazione Grandi Cru della Costa Toscana (www.grandicru.it). Un’associazione costituita da circa 80 produttori, famosi e meno famosi, grandi e piccoli, che hanno unito le forze per promuovere, a livello internazionale, i propri vini e, soprattutto, questa parte di Toscana, accarezzata dal mare e dai venti che da esso provengono.

Il viaggio alla scoperta della Costa Toscana attraversa cinque provincie: Massa, Lucca, Pisa, Livorno e Grosseto. Un viaggio che percorremmo da nord verso sud. In questo modo passeremo, in un perfetto crescendo, quasi fosse una degustazione, dai vini bianchi della doc Colli di Luni ai grandi Rossi della Maremma.

Si parte dal confine con la Liguria. Un confine geografico, ma inesistente sotto il profilo enologico. Pur passando da una regione all’altra siamo sempre nel territorio della Colli di Luni DOC, già incontrata nelle schede dedicate alla Liguria. Nella Colli di Luni, come nella vicina Candia dei Colli Apuani, il vero padrone di casa è il Vermentino, che da queste parti offre le migliori espressioni di se stesso. Terra di bianchi, ma tra i filari si scorgono i primi vitigni a bacca rossa: Merlot e Cabernet, che ci accompagneranno per tutto il nostro viaggio, e qualche piccola, interessante, realtà autoctona come la Massareta, la Pollena Nera e la Merla.

Pochi chilometri più a sud, nella Colline Lucchesi DOC tocchiamo con mano quello che sarà il comune denominatore del nostro viaggio: tradizione ed innovazione, vitigni autoctoni (Sangiovese per i Rossi, Trebbiano Toscano per i Bianchi) e vitigni internazionali (Merlot e Cabernet Sauvignon per i Rossi, Chardonay e Sauvignon per i Bianchi). Nella Colline Lucchesi Doc, spiccano i vini di grande spessore, i vini longevi, le importanti riserve. Incastonata nello stesso territorio la Montecarlo Doc, vero gioiello enoico, da scoprire ed apprezzare, in particolare per vitigni internazionali come il Syrah (per i Rossi), Sémillon e Roussane (per i Bianchi), oltre a quelli già incontrati nella Colline Lucchesi.

Ancora più a sud, per avvicinarci al cuore pulsante della Costa Toscana, Bolgheri, con l’omonima Doc e la sottozona Sassicaia. Non prima, però di una sosta nella zona del Montescudaio Doc, dove scoprire interessanti Rossi Riserva ed i Bianchi di buona struttura ed in parte affinati in barrique.
A Bolgheri, terra di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, è necessaria una sosta di almeno un paio di giorni, per visitare le cantine degli ormai più che famosi Supertuscan e, soprattutto, per scoprire che da queste parti, oltre ai grandi Rossi, sanno fare bene anche i Bianchi.

Poche ore di traghetto per approdare all’isola d’Elba, per apprezzare l’Elba Doc, in particolare il Bianco ottenuto dal vitigno Ansonica ed i grandi vini passiti, tra i quali la neo DOCG Elba Aleatico Passito.

Ritornati sulla terra ferma e percorsi pochi chilometri, siamo nel territorio della Val di Cornia e della sua sottozona Suvereto, una Doc di particolare interesse, dove tra i vitigni Rossi, oltre ai “soliti noti”, si fa largo il Ciliegiolo e dove è possibile apprezzare due importanti vini passiti a base, rispettivamente, di Ansonica e Aleatico.

Più in là, ritroviamo il Vermentino, protagonista delle Doc Monteregio di Massa Marittima e Montecucco.

Infine, la tanto attesa Maremma, il volto nuovo della Toscana enologica. I suoi vini, poco conosciuti fino a qualche anno fa, oggi sono apprezzati a livello internazionale, per la grande qualità. Nella parte più interna il territorio del Morellino di Scansano, famoso ancor prima di ottenere, recentemente, la meritata DOCG. Vicino di casa del Morellino , un altro interessante vino che meriterebbe una maggiore notorietà, il Bianco di Pitigliano DOC, fresco, ricco di profumi e aromi. Incluso nel territorio del Pitigliano, la Sovana DOC, il “lato rosso” di questa zona, interessante soprattutto per le Riserve a base di Sangiovese, Merlot e Cabernet Sauvignon.

Riportandoci a bordo mare, arriviamo all’ultima (solo per ordine, non per qualità) Doc del nostro viaggio lungo la Costa Toscana, l’Ansonica Costa dell’Argentario, splendido vino Bianco, prodotto dall’omonimo vitigno, lungo sulle pendici dell’omonimo promontorio e della splendida Isola del Giglio, dove prende il vino da esso prodotto prende il nome di Ansonico o Ansonaco.

Ed è proprio sull’Isola del Giglio che ci fermiano, al fresco di una terrazza affacciata sul mare, in attesa di riprendere il nostro viaggio lungo le coste italiane, alla scoperta di vini troppo spesso dimenticati dal grande pubblico.

Danilo della Mura